mercoledì 16 ottobre 2019

Colosseur - Mostra fotografica di Riccardo Belardi





Il Palazzo della Civiltà Italiana, noto anche come il Palazzo della Civiltà del Lavoro o semplicemente Colosseo Quadrato, è una delle icone architettoniche del Novecento romano. Fu voluto da Benito Mussolini, a immagine del vero Colosseo; infatti, per sottolineare questa volontà, la facciata ha 6 file di archi che, a loro volta, sono composte da 9 archi ciascuna proprio come le lettere di Benito (6) e Mussolini (9).
Concepito tra il 1936-37 e inaugurato nel 1940 fu completato solo nel dopoguerra.

Scandito su ogni facciata da 54 archi e per questo soprannominato Colosseo Quadrato. Un Colosseo dall’architettura razionalista che rientra nel disegno di omaggiare i 20 anni dal regime fascista.
E proprio come per l’antico Colosseo, all’interno degli archi sono collocate delle statue, allegorie delle virtù della stirpe italica
La sua storia si intreccia con quella del quartiere in cui sorge, l’E.U.R, acronimo di “Esposizione Universale di Roma”. Così chiamato per un grande evento previsto per il ‘42, che però non ebbe mai luogo.

Inaugurazione mostra sabato 19 ottobre alle ore 18.30
Caffetteria del Must, MUST - Museo storico Città di Lecce
Via degli Ammirati, 11. Lecce
La mostra sarà visitabile tutti i giorni, dal martedi alla domenica, dalle 10:00 alle 13:30 e dalle 15:30 alle 19:00 sino al 17 Novembre 2019
Ingresso libero









sabato 12 ottobre 2019

La Sicilia orientale

"Non invidio a Dio il paradiso perchè sono ben soddisfatto di vivere in Sicilia" (Federico II di Svevia) 

Il nostro itinerario parte dallo Stretto di Messina, una lingua di mare che separa l'isola dal continente

 Il traghetto è un mezzo veloce per attraversarlo ed arrivare in pochi minuti nella città, totalmente rasa al suolo da un devastante terremoto del 1908.


 Del suo passato remoto non rimane dunque molto se non frammenti, come quelli che si rintracciano sulla facciata del duomo, ricostruito dopo il sisma


Da Messina a Taormina il passo è breve. Città bellissima e mondana

Con un gioiello antichissimo, lo spettacolare teatro antico, che guarda al mare e, più in là, al mastodontico Etna, il vulcano che domina con la sua mole il paesaggio fino a Catania 


La cittadina pare essere un mondo a sè, rispetto alle altre località della costiera orientale siciliana.


Bella e un pò snob


Con un passato lontano che l'accomuna al resto dell'isola,


ed uno più recente, che ha visto le ricche famiglie inglesi qui insediarsi e darle un'impronta di discreta eleganza anglosassone, che ne ha fatto la cifra stilistica per le vacanze di ricchi signori


con gli yacht ormeggiati giù al porto

























L'Etna ci accompagna fino a Catania, come detto. Città dal ricco barocco, frutto della ricostruzione
post terremoto, questa volta di fine seicento, che ha fatto rinsavire dalle macerie tutti i centri abitati che da qui si incontrano giù fino a Modica.





La notte si carica di colori a Catania e del vociare delle gente che scende in strada per animare i locali e le vie    



e di giorno ospitano il caratteristico mercato rionale



Dove a farla da padrona sono soprattutto i pescivendoli, che incarnano i modi schietti, la parlata e la gestualità siciliane che riecheggiano nelle pagine dei i Malavoglia




In tutti gli angoli del mercato è un continuo  contrattare sul prezzo ma anche uno scambio di b
attute ed improperi fra gli stessi commercianti



Il tutto si traduce in uno spettacolo all'aria aperta che ha un che di teatrale. La sensazione è quella di una messa in scena di un'arte appresa da padre in figlio, dove molti passanti sono lì semplicemente per godere dello scenario







Il viaggio prosegue verso Siracusa, più precisamente verso l'isola di Ortigia, cuore del centro storico, che si dipana fra un groviglio di vie strette, dove il sole fatica ad arrivare.



All'improvviso la piazza con il Duomo dedicato alla natività di Maria, costruito inglobando un antico tempio della Poleis greca, di cui sono ancora visibili le colonne doriche nella muratura.
La chiesa è un capolavoro barocco che racconta, in maniera mirabile, la stratificazione avvenuta nei secoli, tipica di molte città italiane. Tutto intorno all'isola il mare d'estate è l'unico sollievo alla grande calura che si respira



 


La tappa successiva conduce verso Noto, grande capitale del barocco siciliano.
L'attuale città sorge laddove fu ricostruita, 
all'inizi del 1700, a seguito dell'abbandono dell'antica Noto, che sorge poco oltre, completamente distrutta dal terremoto del 1693.

  



           

              A dominare è il Duomo,  in parte ricostruito dopo un altro terremoto, quello del 1997                                 

Da Noto ci spostiamo a Marzamemi, minuscolo borgo di pescatori, che ha trovato nella graziosa piazzetta la sua notorietà




Il punto più a sud del nostro itinerario ci porta a Modica 


Città che vanta un duomo bello e inatteso, capolavoro di architettura urbanistica


Ma non privo di altre attrazioni, come la bella chiesa dei SS.Pietro e Paolo


Modica è anche famosa per le sue prelibatezze culinarie, su tutte l'antica tradizione del cioccolato



a poca distanza Scicli, con le sue chiese dislocate sui vari colli che circondano il paese, gli scorci inattesi e l'elegante piazza





Ancora oltre Ragusa,  città anch'essa sviluppata sulle alture rocciose, con barocco tipico



In particolare, a Ragusa Ibla, la zona più in basso del centro storico, si trova il magnifico duomo dedicato a San Giorgio



Ci spostiamo ora verso nord. Altra tappa da non perdere è la Villa del Casale, nei pressi di Piazza Armerina, dove si trovano i resti di un'antica Villa romana, importante per la maestosità e la bellezza dei suoi mosaici, rimasti a distanza di secoli quasi totalmente integri.




Risalendo, di ritorno verso Messina, l'ultima sosta è in una località evocativa della letteratura italiana, Acitrezza, borgo di pescatori dove Verga ambientò la storia de "I Malavoglia", oggi parco marino protetto







A pochi passi, sorge un altro borgo pittoresco, quello di Acicastello, che prende il nome dalla fortificazione normanna che sorge a pelo d'acqua ed intorno alla quale si è sviluppato il borgo.


Il viaggio finisce qui, di ritorno a Messina, con un ultimo sguardo verso lo stretto, con la luce del faro ad illuminare una calda sera di fine estate