venerdì 25 maggio 2018

Il muto viaggio a Venezia

"Ah, Venezia! Magnifica città! Una città che affascina irresistibilmente le persone colte, tanto per la sua storia che per le sue attrattive attuali!"




"Così la rivedeva quella stupefacente banchina quell'abbagliante composizione di fantastici edifici che la Serenissima Repubblica presentava agli sguardi irriverenti dei navigatori che si avvicinavano: l'aerea magnificenza del Palazzo Ducale e il Ponte dei Sospiri, le colonne sulla riva col Leone e col Santo, il fastoso aggetto del tempio favoloso e il traforo della Porta dell'orologio coi Mori, e contemplando disse che arrivare a Venezia dalla terraferma era come entrare in un palazzo dalla porta di servizio, e che solo la nave, dall'alto del mare, come aveva fatto lui questa volta, bisognava giungere nella città più inverosimile del mondo."

Canal Grande

Ponte di Rialto


Ponte di Rialto


Piazza San Marco




"Chi non deve reprimere un fuggevole brivido, una segreta timidezza e angoscia, quando sale per la prima volta o non più abituato su una gondola veneziana? La singolare imbarcazione, tramandata tale e quale nei tempi delle epopee e così tipicamente nera, come, tra tutti gli oggetti di questo mondo, sono soltanto le bare, fa pensare a silenziose e delittuose avventure nello sciacquio notturno dei canali, e ancora di più alla morte stessa, ai feretri, a tenebrose esequie, all'ultimo muto viaggio."


"Non si udiva nulla, salvo lo sciacquio del remo, lo sciabordare delle piccole onde contro il tagliamare, dritto sull'acqua, nero e armato di un rostro a forma di alabarda, e poi un terzo rumore, un parlare, un sussurrare...il borbottare del gondoliere che parlava da solo, a voce bassa, suoni sconnessi, repressi dal lavoro delle braccia"


Brani tratti da "La morte a Venezia" di Thomas Mann