martedì 13 marzo 2018

Museo Archeologico di Napoli

Il Museo archeologico di Napoli è tra le più antiche istituzioni museali d'europa, realizzato da Carlo III di Borbone, sul trono del Regno di Napoli dal 1734.


Il re promosse, infatti, gli scavi dei siti di Pompei ed Ercolano, trasferendo al contempo l'ampia collezione Farnesiana di statuaria classica, Lui per l'appunto Farnese da parte di madre.
Non a caso la figura trionfante del regnate campeggia in cima alla prima rampa di scale che il visitatore incontra, una volta superato l'ampio ingresso, per accedere ai piani superiori



L'impatto con la collezione è suggestivo. Le opere sono spesso di dimensioni colossali, come il cd Ercole Farnese



Statue che spesso rappresentano episodi o personaggi mitologici con una notevole qualità di fattura



e dove il movimento dei protagonisti sembra quasi congelato come nell'immagine di un'istantanea


Percorrendo le sale si va incontro a veri modelli che hanno ispirato l'arte della cultura italiana dei secoli successivi, come il ritratto del bacco, chiaro riferimento di quello che forgerà successivamente Michelangelo e che oggi si trova al Museo del Bargello di Firenze.


La collezione, che comprende anche opere policrome, è oggetto di studio e riproduzione su carta da parte di numerosi studenti degli istituti di belle arti, spesso seduti alla meglio per terra.



Ma forse l'aspetto più emozionante del percorso riguarda le sezioni che ospitano i reperti rinvenuti nei siti di Pompei ed Ercolano


Suggestiva la statuaria con le commoventi forme in lega metallica che raccontano la grande abilità e l'evoluzione tecnologica dell'epoca per questo genere di produzione


La collezione comprende anche frammenti musivi, alcuni di notevole bellezza, che riproducono esemplari greci di epoche più risalenti



Sicuramente l'aspetto più straordinario è il dialogo continuo tra le opere e gli spazi che le ospitano: sale maestose, spesso impreziosite da volte affrescate, che realizzano una splendida cornice


dove riecheggiano i passi del visitatore, che si trova letteralmente immerso quasi in una dimensione fuori dal tempo


In cui il mito riemerge con grande possenza, fin quasi a realizzare un silenzioso monologo che si riverbera come un eco


Opera nell'opera sono infine le foto del grande fotografo napoletano Mimmo Jodice, che prolungano il percorso attraverso immagini che superano i confini architettonici del museo e si dilatano nell'immaginario